mercoledì 21 giugno 2017

Torra tui? ma no depiaus no si biri prus? (autointervista)

Torra inoi? Ma non avevi smesso di stressarci?
Quattro anni fa il mio ultimo articolo.
Quattro anni fa decisi che questo blog doveva morire sotto i colpi della noia, della disillusione, dello schifo per quello che nella politica stavo vivendo.
Negli ultimi venticinque anni, ovvero da quando mi occupo attivamente di politica, ho fatto scelte che si sono rivelate a volte illusorie, altre sbagliate, altre ancora addirittura scellerate (ed evito di parlarne), ma è il mio percorso personale e non posso rinnegarlo. Posso magari considerare inutili, stupide e dannose alcune tappe, ma alla soglia dei 41 anni credo di avere ben chiaro quello che sono e quello che è il mio pensiero. Ho raggiunto ampiamente l'età adulta, sono consapevole delle mia visione del mondo e allora ho deciso, su suggerimento di una persona sincera e leale (stronza e antipatica, ma a cui voglio bene in modo irrazionale, nonostante le quasi quotidiane litigate furibonde), che è giunto il momento di riprendere in mano questa pagina e rompere le palle al mondo con la mia antipatia gratuita.

Si, va bene, ma quindi?

E quindi niente, sono sempre io, ma con qualche "mutamento genetico" a livello di pensiero: sono rimasto socialista e sono rimasto europeista e indipendentista, ma consapevole del fatto che l'ultimo termine potrebbe assumere significati facilmente fraintendibili: essere indipendentista per me vuol dire essere consapevole della necessità di riaffermare quotidianamente non solo l'esistenza (facile!) della nazione sarda, ma il proprio diritto a esistere ed essere riconosciuta a livello globale e l'aspirazione legittima ad avere prima o poi uno stato nostro federato all'Unione Europea (quando e se finalmente diventerà una vera federazione come la immaginarono i suoi padri fondatori). Ma anche la consapevolezza che ad oggi non siamo in grado di farlo. Eresia!! No no, nessuna eresia: dove vogliamo andare con gli indipendentisti che abbiamo in circolazione? Ve lo dico io, da nessuna parte. E con chi indipendentista non è? Non molto lontano: si tratta nel migliore dei casi di politica di piccolo cabotaggio, senza visioni lungimiranti, senza progetti a lungo termine. Si veleggia lungo la costa e non si ha il coraggio di prendere il largo.

Tutto chiaro, ma allora che soluzione hai? E che scelta hai fatto nel frattempo?

Soluzioni non voglio darne perché non sono così presuntuoso, ma scelte si, ne ho fatte e sono stato criticato da tutto o quasi il mondo indipendentista: abbandonati i partiti indipendentisti (ho perso il conto delle sigle che lo compongono, complice il fatto che il 99% di esse non hanno nemmeno l'ombra di una base ideologica e le poche ce ce l'hanno sono ferme al secolo scorso), dopo una breve pausa di riflessione mi iscrissi al PD. Si si, proprio quello.

Ma sei matto?

E perché mai? Si è trattata di una scelta ponderata: è l'unico partito che mi ha consentito di essere indipendentista e socialista senza scassarmi le palle (scusate l'espressione colorita) e senza chiedere grandi spiegazioni. Un partito grande, con milioni di iscritti in tutta Italia, che se ne sbatte se un tale Fabio Cocco a Quartu Sant'Elena, provincia di Cagliari (provincia della provincia di un'isola persa in mezzo al mare), insieme ad altri iscritti al partito, è indipendentista. Ma non perché non contiamo niente (forse anche quello, va bene), ma perché nasce federalista e federale e quindi lascia i territori liberi di organizzarsi come credono, pur nel rispetto dello statuto. Ed è talmente federalista (all'eccesso) che lascia la Sardegna in mano a is baronis, quel manipolo di personaggetti (per dirla alla De Luca) che da decenni fanno il bello e il cattivo tempo sull'isola, pur di non immischiarsi in faccende locali. ed ecco che allora tocca a chi nel partito vuole cambiare direzione imporsi e lottare per raggiungere il terzo millennio. Non è facile, lo ammetto, ma il vantaggio è che a Roma hanno cose più serie a cui pensare e la provincia della provincia rimane nostro appannaggio.

Detta così sembra una porcheria

No, non lo è affatto: è libertà. Siamo liberi di sbagliare o di fare la cosa giusta, ma possiamo farlo senza una guida esterna. E non è cosa da poco. Qui si misura la nostra capacità di essere popolo adulto. Non so se lo siamo, forse no, ma potremmo imparare ad esserlo.

Però non hai rinnovato la tessera...

No perché voglio prima essere sicuro che gente come D'Alema e Bersani si tolgano dalle scatole, che loro si mi disturbano con la loro presenza.

E Renzi?

Mi definisco un renziano con qualche "ma"...
Renzi non è infallibile, ovviamente, e non è un uomo della provvidenza (e Dio ce ne scampi, che l'ultimo che si è proposto come tale ha fatto tanti e tali danni che ancora ce li portiamo dietro), ma è un politico che sa quello che vuole, ha lungimiranza sufficiente per fare qualcosa che fino ad oggi non era stato fatto: innanzitutto il "democristiano" Renzi ha fatto del PD un partito socialista con l'adesione al PSE (scusate se è poco, da socialista europeo), poi ha capito che il progresso passa dallo sviluppo economico (troppo lungo, se volete ne parliamo in un altro momento), ma anche dalle conquiste sui diritti civili (dopo decenni abbiamo una normazione delle unioni civili e il divorzio breve. Ok, anche io vorrei il matrimonio paritario, ma intanto abbiamo portato a casa un risultato che coi governi passati era impensabile). Dopodiché e detto questo, è il primo ad aver portato un partito socialista italiano (si si, sono indipendentista, ma non vivo sulla Luna, quindi parlo di Italia) al 40%, primo partito in Europa. Da socialista non mi pare poco.

Ma quindi non sei più indipendentista?

Questa domanda è grave per due motivi: il primo è che non hai ascoltato quello che ho detto prima, il secondo è che si tratta di un'autointervista... Evito anche di rispondere!

Ok... Hai mai pensato ad iscriverti nuovamente a un partito chiaramente indipendentista?

Ma ti sembro masochista? Ho già dato, grazie.

Consideri lo stato italiano un nemico?

Se non continuasse ad essere un'intervista a me stesso ti darei del cretino, ma dato il caso, evito.
No, ovviamente. Prima di tutto perché non ha senso per mille ragioni, ma poi sono italiano per nascita (hai presente Torino, prima capitale d'Italia?) e per metà da parte di madre. Al limite potremmo interrogarci su cosa sia davvero l'Italia, quello stato nato dopo l'unità del 1861, ma mi sembra un discorso lungo e complesso e forse ormai fuori tempo massimo, quindi eviterei.

Ma quindi Boxi Arrubia riprenderà a vivere?

Ma cosa ne so? Per ora abbiamo scritto questa pagliacciata, poi si vedrà. Ora se permetti mi finisco la birretta notturna e defaticante e vado a dormire.