lunedì 7 maggio 2012

Tiriamo le somme sui referendum

La tornata referendaria sarda si è conclusa e possiamo finalmente tirare le somme.
Sarò sintetico perchè non c'è molto da dire: ritengo un immane pasticcio questi referendum, ma vorrei spiegare il perchè.
Ma quindi adesso che il quorum è stato raggiunto (con conseguente vittoria scontata dei si) la Sardegna è diventata più ricca?

Abolite le nuove province (votate nel 2000 anche da chi oggi ha promosso il referendum!), i dipendenti ovviamente non possono essere licenziati, quindi verranno trasferiti in altri enti (ergo, risparmio prossimo allo zero)

Ammesso e non concesso che anche le vecchie province vengano abolite, stessa solfa. Con l'aggravante che ci sarà una Regione ancor più centralista.

La "costituente" per riscrivere lo statuto verrà fatta solo se e quando il consiglio regionale lo riterrà opportuno. Non capisco che quesito del piffero fosse...: è una vita che sento parlare di riscrittura dello statuto, si faccia e basta se lo si vuol fare, c'era mica bisogno di un referendum.

Primarie "obbligatorie": come quando e perchè? con quale legge? Ma le primarie devono farle anche i partiti che si presentano da soli? Boh... tutto fumoso.

Riduzione a 50 dei consiglieri regionali: diminuisce la rappresentanza, la politica regionale è sempre più un affare per pochi miracolati.

Riduzione degli stipendi dei consiglieri: ma quando? ma dove? ma l'avete letto il quesito? Prevedeva di abolire l'articolo che fissa il tetto della retribuzione dei consiglieri regionali all'80% di quanto previsto dalla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, ovvero del compenso dei parlamentari italiani. Dov'è il taglio? Ah, non c'è? Ah, si rischia pure che gli stipendi dei consiglieri aumentino? Ma che strano...

Aboliti i CdA degli enti strumentali: perfetto, quindi tutto in capo al presidente, rigorosamente di nomina politica. Alla faccia del referendum anti casta!

Quindi questa rivoluzione epocale?
Quando avrete finito di festeggiare ne riparliamo.